A: warum zwei Adula Hütten?

Il sogno più ambito che il vulcanico presidente Remo Patocchi avrebbe voluto realizzare, era quello di costruire un rifugio del Club Alpino Svizzero, Sezione Ticino, sulla montagna più alta del cantone: l’Adula.
Durante l’assemblea del 12 gennaio 1919, la trattanda venne ufficialmente portata a conoscenza dei soci. Tornata la calma dopo la prima guerra mondiale, nell’estate del 1919, si organizzarono dei campeggi denominati “tendopoli in val Carassino”, per la ricerca di un luogo adatto all’edificazione di un rifugio. Tre furono le tende erette, che avevano lo scopo di facilitare le ascensioni alle vette della regione. Nel 1921 la sezione di Brugg del CAS, chiese alla sezione Ticino, di rinunciare a Suo favore alla costruzione del rifugio Adula. Riteneva che i ticinesi avrebbero potuto scegliere per l’edificazione di una capanna, un’altra regione delle Alpi Svizzere, così da allacciare cordiali rapporti con altre sezioni della Svizzera interna. Le difficoltà del periodo post bellico impedirono alla sezione l’immediata realizzazione del sogno che ammontava a 30’000 fr. Nello stesso periodo fa la sua apparizione un anonimo finanziatore, che dopo poco tempo risultò essere Adolfo Carmine, un facoltoso bellinzonese, ammiratore del regime mussoliniano, irredentista convinto, fautore del riscatto dalla dominazione straniera (il Ticino si stava intedeschendo a seguito dell’avvento della ferrovia). Carmine sarebbe stato disposto ad elargire la cifra necessaria per erigere il rifugio, ma l’assemblea del CAS Ticino, per restare coerente ai propri principi, rinunciò alla cospicua somma offerta dall’irredentista. Per far fronte alla notevole spesa, si iniziò una raccolta fondi mediante numerose iniziative, tra le quali varie conferenze in tutto il Cantone, con diapositive e la messa in vendita di una cartolina con il disegno del progetto di rifugio dell’Adula realizzato dagli architetti Mario Chiattone e Oscar Fontana e con la firma autografa di Achille Ratti, Papa Pio XI, il papa alpinista. La sezione UTOE, che accettò la donazione del Carmine, riuscì a realizzare il proprio rifugio nel 1923, 300 metri sopra il luogo identificato dal CAS Ticino, il quale inaugurò la capanna sul balcone della Va Soi, il 28 settembre 1924.

Le sculture esterne colpite nella viva pietra, sono di Alpollonio Pessina di Ligornetto.